martedì 7 dicembre 2010

W l'autocultura!


 








Alle superiori sono stata molto sfortunata con i professori di lettere. Tra una professoressa noiosa a morte, un pazzo furioso ed una maniaca depressiva, la mia cultura letteraria si è fermata a "Cappuccetto Rosso" e "Biancaneve e i sette nani". Avrei tanto voluto arrivare almeno a "Cenerentola", ma non era nei programmi scolastici.
Così, una volta finite le superiori, mi sono dedicata da autodidatta ai grandi classici, quelli che in teoria dovrebbero farti studiare a scuola.


Se sei costretto a leggere "I Malavoglia" di Verga  perché te lo dice un'insegnante è un conto, ma se leggi "I Malavoglia" di tua spontanea volontà, è cultura sadomasochista.
Come si può concepire un romanzo come "I Malavoglia" dove tutti quei poveri cristiani che cercano un riscatto sociale, una via di fuga alla miseria economica, matematicamente subiscono una sfiga? O meglio, subiscono la "fiumana del progresso"?


Il padre muore in mare durante una tempesta giusto dopo aver intrapreso una nuova attività:  la vendita dei lupini. Un figlio si butta nella carriera militare e muore in guerra. Una figlia si trasferisce in città e comincia a fare la prostituta. Un'altra,  di nome Mena, deve badare alla famiglia e nonostante un bravo ragazzo le facesse la corte, rifiuta, perché? Perché deve badare alla famiglia. L'altro fratello rimane alla casa del Nespolo, si sposa, ha figli e tiene la sorella, Mena, come badante. E' l'unico a cui la vita gli vada bene perché rimane attaccato alla sua terra. La storia delle cinque dita che se si staccano dalla mano vanno in putrefazione, non fa una piega. 


Quando alla fine del libro il povero Compare Alfio di cui Mena è innamorata torna alla carica e le chiede nuovamente di sposarla, questa che fa? lo rifiuta! Perché? A 27 anni è ormai vecchia... Ma va a cagare! 


Insomma, Verga era un classista. Se nascevi povero morivi povero e felice. Se da povero cercavi di tirare su due soldi in più a fine mese, beh... morivi sempre povero, ma con atroci tormenti. Dipende da come volevi morire, se felice o tormentato. 

Sempre per essere sadomasa, di Verga ho anche letto "Storia di una Capinera", da quel giorno ho odiato Verga dal profondo e non ho più letto un suo racconto.  Povera Maria... 

Così mi sono buttata su Guy de MaupassantLa mia sorellona teneva un paio di libri di questo autore ben nascosti nel fondo di un cassetto. Siccome lei teneva sempre degli Harmony celati da qualche parte, siccme io li leggevo a sua insaputa e siccome pensavo che Guy fosse un autore di romanzi rosa porno, mi sono buttata allegramente nella lettura di "Una vita"

Dalle prime pagine ho pensato che fosse un Harmony un po' più sofisticato, ma continuando nella lettura ed usando tutto il mio acume ho capito che no, non era un romanzo rosa. Questo romanzo finiva decisamente male. Di solito i romanzi romantici, finiscono bene. Ho pianto come una fontanta, dall'inizio alla fine per quella povera Giovanna maltrattata da tutti, pure dal figlio. 


 Non paga ho letto anche il secondo libro di Maupassant nascosto nel cassetto: "bel ami". La storia di uno stronzo arrivista che usava le donne per raggiungere i suoi scopi. Non ricordo se alla fine il protagonista sia morto, ma spero tanto di si. 

Ho prestato Maupassant alla mia migliore amica che da allora è diventata una "emo", una cultitre della tristezza. Il passaggio da questo romanziere al cantautore Sergio Cammariere per lei è stato breve. Ora è rinchiusa in una comunità di disintossicazione, le fanno ascoltare Giuliano Palma dalla mattina alla sera.


Per non farmi mancare nulla ho letto anche "Madame Bovary" di Flaubert. La storia di una tipa che passava il suo tempo a leggere Jane Austin e quando ha capito che suo marito,  un povero medico di campagna, non assomigliava assolutamente a Darcy, ha deciso di cornificarlo. 
Per fortuna ho smesso anche io di cercare Darcy  tra gli uomini, altrimenti oggi farei la stessa fine di Emma Bovary, stroncata dall'arsenico. Ops... forse non avrei dovuto dire come andava a finire questo romanzo, ma sicuramente lo avrete letto tutti!  


Comunque, Jane Austin è la migliore scrittrice di Harmony della storia! 


Lasciando da parte gli harmony ed i romanzi cosi detti realisti, mi sono data al noir. Agatha Cristie è stata una gran delusione, Arthur Conan Doyle una palla mostruosa ed Edgar Allan Poe? I suoi "racconti del terrore" non facevano per niente terrore. Non so come si spaventasse la gente nell' 800, ma sicuramente oggi  è più inquietante svegliarsi al mattino accanto a Valeria Marini struccata o ritrovarsi in un party ad Arcore a fare il "bunga bunga" con Berlusconi.

Per rendere giustizia a Poe, mi ha terrorizzato parecchio quella storia dove racconta di gente seppellita. Quando riaprono le tombe, scoprono che il coperchio della cassa è graffiato e la gente sepolta ha una posizione contorta e lo sguardo terrorizzato. Insomma, gente sepolta viva. C'è 'sto tipo che soffre di catalessi e....tremo solo al pensiero.

Oggi vado matta per i thriller. Se un libro non ha come titolo "Un codice e qualche cosa", beh... non lo leggo. Ho perso la vena romantica e quella depressiva, adesso passo direttamente all'omicidio!  

11 commenti:

  1. Usagi :-) Io sono un'amante dei classici!!! La mia libreria strasborda classici da tutti i ripiani!!! Però sul Verga ti dò ragione...Uhhh se ti dò ragione!!!!

    RispondiElimina
  2. No, non toccarmi Verga. Di Maupassant, invece, non avevo mai messo a fuoco che fosse un precursore degli emo, ma a conti fatti posso darti ragione. Su Flaubert e Jane Austin possiamo trattare (la Madame Bovary, una volta, mi evocò una poesia surrealista, ma non la ripubblicherei per nulla al mondo). Su Christie e Conan Doyle non siamo d'accordo: preferisco il secondo.
    Ma, soprattutto, non puoi parlarmi così di Poe. Io lo adoro.
    (No, i thriller, ma in generale anche gialli e noir, non fanno per me: sono costretto a leggerne troppi per dovere professionale per apprezzarli).

    RispondiElimina
  3. La tua lettura dei thriller è un chiaro tentativo di riscatto dalla fiumana del verismo, ma non temere, andrà a finire come al solito.

    RispondiElimina
  4. @ vaniglia
    Verga si starà rigirando nella tomba...

    @ Silas
    eh eh eh eh eh eh....mi sa che io e te faremmo fatica a prestarci i libri.

    @ Lipe
    dici che affogherò travolta dalla fiumana?

    A parte il tono che spero sia ironico del mio post, io adoro i classici. se si chiamano classici e sono rimasti nella storia, ci sarà un motivo?
    Adoro il modo di scrivere ricercato, le descrizioni poetiche e i dialoghi educati che si trovano in quei libri.

    E non ho parlato di Stevenson e Calvino che ho adorato entrambi.

    RispondiElimina
  5. Calvino. Non so se si è capito, ma con me sfondi una porta aperta.

    RispondiElimina
  6. "Se una notte d'inverno un viaggiatore"... ha ispirato il tuo blog, giusto?
    io adoro quel romanzo e mi piace un sacco il tuo blog. :-)

    RispondiElimina
  7. w l'autocultura.. è assurdo pensare che un libro deve piacere per forza solo perchè "classico"

    www.nonameradioroma.blogspot.com

    RispondiElimina
  8. A me comunque Verga piace alla fine non era cattivo voleva solo far capire che: "Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa cosa lascia ma non sa cosa trova" e direi che è un grande insegnamento:)

    RispondiElimina
  9. wow, in un post solo tanta carne al fuoco! ;) Maupassant e Flaubert non mi sono dispiaciuti. Verga così così. I gialli classici non mi entusiasmano moltissimo anche se Agatha resta Agatha! Parentesi sulla Austen che adoro. E sì, lo confesso!

    RispondiElimina
  10. Non so, non voglio fare lo snob nei confronti dei thriller, perché ogni genere ha la sua dignità, però ti consiglierei di provare una via di mezzo fra i mattonazzi (che spesso sembrano tali, come giustamente dici, anche e soprattutto per colpa della nostra scuola) e i facili libri d'intrattenimento che possono essere divertenti e avvincenti ma a volte paiono scritti direttamente da un computer americano e poi tradotti alla cazzo... Ti posso consigliare, se non li hai già "assaggiati", autori come Paul Auster, J.P. Donleavy, Charles Bukowski, Peter Cameron, Martin Amis, Mario Vargas Llosa?

    p.s. visto che è la mia prima visita: Ciao! :D

    p.p.s. STRApienamente d'accordo sull'autocultura: tutte le perle migliori che illuminano gli scaffali della mia libreria me le sono scoperte DA SOLO.

    RispondiElimina