martedì 6 settembre 2011

Tutta questione di buchi...



 









In un tempo di scioperi generali, crisi, crollo dell'economia, recessione, manovre da miriadi di miliardi di trilioni di euro; al lavoro noi ci preoccupiamo della caccia al capriolo maschio. 

Per chi non lo sapesse in questo periodo la caccia è aperta solo per il povero capriolo, maschio. Quindi, se sei un capriolo femmina hai più possibilità di sopravvivenza. E poi dicono che le femmine hanno meno privilegi...

Tutto questo a detta del nostro collega che per hobby pratica la nobile arte della caccia... 
Lo dico perché se capita da queste parti un lettore che potrebbe dire che la mia è una notizia falsa e tendenziosa, deve prendersela con il mio collega. Io parto dal presupposto che lui ne sappia più di me sull'argomento caccia.


Io e le mie colleghe preoccupate della sorte dei caprioli di sesso femminile che potrebbero essere scambiate per maschietti e di conseguenza uccise per sbaglio, ci chiedevamo come un cacciatore facesse a capire il sesso dell'animale messo sotto tiro.
Per fortuna, avevamo un esperto al quale chiedere: il nostro collega per l'appunto. 

Tizia: "Come fai a capire se il capriolo è femmina?"
Caia: "dalle corna credo..."
Cacciatore: "le corna cadono..."
Tizia: "e allora come fai?"
Caia: " glielo domandi: scusi lei, di che sesso è?"
Tizia: "magari quando salta guardi sotto!"
Io: "L'unica è sparare a tutti i caprioli che vedi e poi controlli...".
Cacciatore: "dal buco. I maschi ce l'hanno più basso, le femmine più alto!".

Certo che non è facile fare il cacciatore. Mettersi lì e controllare tutti i sederi dei caprioli. 

Ecco perché l'altra volta mi ha attraversato la strada un capriolo che con una zampa cercava di coprirsi il deretano!
Come faceva? voi non mi crederete mai, ma il capriolo camminava su due zampe, come Winnie The Pooh o l'Orso Yoghi.



 






martedì 5 aprile 2011

Riti esoterici














Mi sa che leggo troppi libri sui Templari, Rennes-le-Château, Sacro Graal, codici vari, fantasmi, tesori perduti e pergamene ritrovate. Soprattutto mi sa che do troppa retta a Giacobbo. 

Ogni libro che leggo è condito da riti strani, credenze pagane, cristianesimo distorto, personaggi misteriosi, preti, monaci, femme fatale, uomini pericolosi, studiosi, biblioteche, libri rilegati in oro e pergamene.
Tutto questo sta avendo uno strano effetto sulla mia già fervida immaginazione. 

Tipo l'altra notte, sarà stato intorno alla mezzanotte, ho cominciato a sentire dei rumori sospetti provenienti dal piano di sopra: passi, mugolii ed un urlo improvviso. Silenzio. Altri passi, stavolta di corsa. Mobili spostati, altri mugolii. Un tonfo. Silenzio. 

Tengo gli occhi aperti a scrutare il buio della mia camera e le orecchie tese a captare altri rumori. Nessun rumore. 
Mi tranquillizzo, mi giro sul fianco e corro ad abbracciare Orfeo. 

Tum, tum, tum, tum, tu-tu-tum, tum, tum, tu-tu-tum.

Apro gli occhi e di nuovo drizzo le orecchie. 
Un rumore ritmico, continuo. Un altro urlo improvviso.
Mi sale un po' d'ansia.

Non è che i vicini del piano di sopra si stanno dando all'esoterismo, ai riti pagani? Me li immaginavo ballare intorno al tavolo al suono di uno jambè, urlando alla luna. 
Ma i miei vicini sono anche devoti al rito dell'urlo serale. Il "Ma sei scema?" e il "non capisci mai un cazzo!", fanno parte dei canti lanciati per mostrare la loro devozione, soprattutto l'uno nei confronti dell'altra. Poi di notte ricomincia il ballo alla luna. 

A seguito di questi riti, avvengono strani eventi. 
Un giorno è scomparso il simbolo della Toyota che stava in bella mostra nella parte anteriore della mia Aygo. 
Un altro giorno il mio ragazzo trova una bella riga che va da parte a parte sulla fiancata della sua auto. Un altro giorno si trova un bozzo sulla portiera. 
Ieri mattina faccio per salire sulla mia auto e vengo accecata da una riga profonda fatta sulla sua fiancata. Povera Aygo, sfregiata e senza un occhio. 

E non dimentichiamo la televisione che si accende da sola di notte. 

Questi riti esoterici dei vicini del piano di sopra, hanno spiacevoli conseguenze. 
Forse è meglio cominciare a leggere romanzi rosa alla Danielle Steel, così la mia già fervida immaginazione potrebbe arrivare ad altre conclusioni, ma non oso immaginare cosa potrei trovare sulla mia Aygo. 







giovedì 24 marzo 2011

L'inconscio











Mi trovavo in un corridoio lungo, pieno di finestre ma da esse entrava poca luce.

Aspettavo e il tempo sembrava non passare più.

Stretto al petto tenevo un plico di fogli. Mi sentivo la testa pesante, ero infastidita dall'attesa, ma allo stesso tempo non vedevo l'ora che arrivasse.

Eccolo, dall'altra parte del corridoio spunta lui!

Con passo deciso ed aria sicura mi si avvicina e mi dice: "scusa se ti ho fatto aspettare. Andiamo?"

E così ci troviamo in camera da letto. Il plico di fogli sparito, soltanto i suoi occhi ed il suo bel sorriso. L'aria sorniona e tutto il fascino di questo mondo. 

Il fruscio delle lenzuola. 

Il respiro affannato.

Un rumore.

Apro gli occhi, il mio ragazzo mi guarda con un sorriso.
"Ti devo confessare una cosa", gli dico.
Lui mi guarda perplesso. Cosa mai gli dovrò confessare appena svegli? 
"Ho sognato di fare cosacce con Marco Travaglio".

lunedì 7 febbraio 2011

Sapete già?















Siamo in quattro, entriamo in una nota caffetteria della nostra città. Ci guardiamo intorno notando che un tavolo libero è più raro da trovare di una toilette per donne, senza la coda.  
Allora puntiamo 5 persone che sul tavolo avevano ormai i bicchieri e le coppe vuote, in modo da fare venire loro il senso di colpa e la voglia di alzarsi per andare a fare due vasche a meno 5 gradi sotto i portici del centro. 
Naturalmente loro ci ignorano, auspicando che ci andassimo noi a fare due passi a meno 5 gradi. 

Decidiamo di andare via, ma uno di noi nota un piccolo tavolo da due solo, soletto in un angolo. 
Con la stessa rapacità di un uccello predatore, ci fiondiamo su quel povero tavolo. Due sedie vengono subito occupate, mentre io vado ad elemosinarne alcune rimaste senza occupanti agli altri tavoli.

Ci sediamo, cominciamo a chiacchierare, a scrutare il menu, a chiacchierare, a scrutare il menu, a chiacchierare, a scrutare il menu...

Ci sorge il dubbio che il locale fosse fai da te, quando scorgiamo una cameriera molto arzilla che alla modica età di 150 anni, vaga fra i tavoli con aria fiera e cipiglio da locandiera di Goldoni, probabilmente lo ha conosciuto...Goldoni. 

Cerchiamo di attirare la sua attenzione alzando prima un dito in maniera timida ed educata, poi tutte le cinque dita, poi l'intero braccio per poi passare ad uno sbracciamento ampio ed agitato.

Veniamo notati.

La nonnina si avvicina e ci chiede: "sapete già?" 

Scambio rapido di occhiate e cominciamo ad ordinare: "una cioccolata calda con panna", "due", "un the freddo al limone" e "un whisky". 

"Che whisky vuole?"
"Che whisky avete?"
"lei quale vuole?"
"non so, non mi vengono delle marche... voi cosa avete?"
"Ma lei che whisky vuole?"
Il nostro amico con lo sguardo ci chiede soccorso, ma la mia conoscenza dei whisky si ferma al Bayleis
"Ce l'avete un Johnnie Walker?" 
"No"
"No"
"Cosa avete?"
"lei cosa vuole?"
"un Bayleis?"
"no..."
"non me ne vengono, ma che marca di whisky avete qui?"
"lei quale vuole?"
"un bicchiere d'acqua frizzante!"
"Glielo porto subito!"

Cominciamo a chiederci la necessità di chiamare la commissione dei diritti umani contro lo sfruttamento di vecchie rincoglionite e pure merde quando accanto al nostro tavolo si siede una coppia.
La vecchia cameriera si avvicina e chiede: "sapete già?"
"Vorrei un gelato al pistacchio!"
"Non abbiamo il pistacchio..."
"Che gusti avete?"
"lei cosa vuole?"

E' stato allora che siamo fuggiti dal locale, dimenticandoci di pagare. 



giovedì 20 gennaio 2011

Per la serie: a volte ritornano.












E' un periodo che in varie fasi della giornata mi squilla il telefono ed è sempre la stessa persona. 

Direte voi: 
è la mamma che vuole sapere se stamattina ho messo la magliettina della salute?
E' il fidanzato che vuole sapere cosa deve preparare per cena o cosa deve comprare al supermercato? (si perché è lui che fa la spesa e cucina a casa mia)
E' il capo che vuole mandarti in Burundi a consegnare formaggi?
E' la  migliore amica che deve raccontarmi le ultime peripezie amorose?
E' la polizia che vuole sapere cosa facevo esattamente ad Arcore la scorsa settimana? 

Niente di tutto questo. Un tizio con il quale sono uscita un paio di volte tre o quattro anni fa, che poi non ho più sentito, si è intestardito a telefonarmi tutti i giorni. Non rispondo al cellulare e lui continua a chiamarmi. Se non lo richiamo ci sarà un perché, ci arriverà che non voglio rispondergli? Che non mi interessa rispondergli?

Non ho voglia di rispondergli perché so già cosa vuole, perché con i ragazzi mi è sempre capitato così. 

Prima escono con te un paio di volte. Magari non gliela molli subito ed allora si stufano. Perché la ragazza li ha lasciati da poco ed allora non se la sentono di impegnarsi e quindi o gliela molli subito o non hanno tempo da perdere. 
Magari non ti trovano poi così simpatica ed allora smettono subito di frequentarti. 
Insomma la cosa non va avanti. 
Magari va avanti, dura un paio di mesi, ma vi accorgete che non siete fatti l'una per l'altro ed allora vi mollate.

Per un lungo periodo che varia dai sei mesi ad un anno o anche più, lui non si è mai fatto sentire e tu lo hai dimenticato e non ti passa neanche per l'anticamera del cervello di richiamarlo.
Un giorno capita che squilla il telefono ed è il  tizio. Guardi il nome lampeggiare sul display del tuo cellulare: chi è già questo? Ah ...si! Cosa vuole?

"Pronto?"
"Ciao sono Tizio, ti ricordi di me?"
"Si, certo. Come stai?"
"Bene e tu? Cosa mi racconti?"
"Niente.... lavoro, faccio un corso di bocce... "
"Bello!.... è da un po' che non ci sentiamo...."
"già..."
"l'altro giorno ti ho pensato. Mi sono detto: quasi, quasi la richiamo... Magari potremmo prendere un caffè insieme...".
"Guarda, il corso di bocce mi impegna tutte le sere dalle 19 all'una di notte. Quindi non ho proprio tempo!". 
"Peccato. Sei una persona simpatica, mi piacerebbe rivederti!".
"Eh... ma sono proprio impegnata...". 

Mi immagino questi tizi che in un momento di solitudine, quando ormai si sono slogati la mano destra (o la sinistra, dipende se si è mancini), con le ultime forze prendono il cellulare e scorrono la rubrica. Questa l'ho chiamata l'altra settimana, questa l'ho chiamata ieri, questa ha cambiato numero di telefono, questa è mia sorella, questa è troppo brutta, questa... oh si questa! Sicuramente è ancora single e disperata. Arriverò io che la salverò dalla solitudine, a questa piacevo! Quando l'ho mollata ci è stata male. Sicuramente mi accoglierà a braccia aperte. Avrà aspettato questo momento con ansia. Trombata sicura! 

Siete state appena selezionate per riesumare dalla memoria un tipo di cui non ricordate neppure più il nome ed avere l'onore di dargli il benservito, dopo che vi aveva mollate o scartate come se foste pezza. 

Una volta, quando ero ancora una pischella, avevo cancellato il numero di un ragazzo che mi piaceva e che mi aveva mollato in malo modo. Mi ha richiamata dopo un anno, naturalmente non sapevo che fosse il suo numero quello sul display. Ho risposto e lui mi dice: "ciao!". Non sapendo chi fosse, rimango perplessa. Lui ripete: "ciao... ti ricordi di me?". Ed io: "No..." e lui deluso: "sono Caio!". Gli ho chiuso il telefono in faccia. Lui mi ha richiamata, finché non l'ho mandato a quel paese. Ma che soddisfazione!

Adesso non cancello più i numeri, così so chi è il mio nemico, non ho voglia di perdere il tempo dietro ad uno che mi chiama perché so già cosa vuole e perché lo vuole. Evidentemente ha mandato fuori fase la mano destra e vorrebbe che gli prestassi la mia!