giovedì 24 marzo 2011

L'inconscio











Mi trovavo in un corridoio lungo, pieno di finestre ma da esse entrava poca luce.

Aspettavo e il tempo sembrava non passare più.

Stretto al petto tenevo un plico di fogli. Mi sentivo la testa pesante, ero infastidita dall'attesa, ma allo stesso tempo non vedevo l'ora che arrivasse.

Eccolo, dall'altra parte del corridoio spunta lui!

Con passo deciso ed aria sicura mi si avvicina e mi dice: "scusa se ti ho fatto aspettare. Andiamo?"

E così ci troviamo in camera da letto. Il plico di fogli sparito, soltanto i suoi occhi ed il suo bel sorriso. L'aria sorniona e tutto il fascino di questo mondo. 

Il fruscio delle lenzuola. 

Il respiro affannato.

Un rumore.

Apro gli occhi, il mio ragazzo mi guarda con un sorriso.
"Ti devo confessare una cosa", gli dico.
Lui mi guarda perplesso. Cosa mai gli dovrò confessare appena svegli? 
"Ho sognato di fare cosacce con Marco Travaglio".

lunedì 7 febbraio 2011

Sapete già?















Siamo in quattro, entriamo in una nota caffetteria della nostra città. Ci guardiamo intorno notando che un tavolo libero è più raro da trovare di una toilette per donne, senza la coda.  
Allora puntiamo 5 persone che sul tavolo avevano ormai i bicchieri e le coppe vuote, in modo da fare venire loro il senso di colpa e la voglia di alzarsi per andare a fare due vasche a meno 5 gradi sotto i portici del centro. 
Naturalmente loro ci ignorano, auspicando che ci andassimo noi a fare due passi a meno 5 gradi. 

Decidiamo di andare via, ma uno di noi nota un piccolo tavolo da due solo, soletto in un angolo. 
Con la stessa rapacità di un uccello predatore, ci fiondiamo su quel povero tavolo. Due sedie vengono subito occupate, mentre io vado ad elemosinarne alcune rimaste senza occupanti agli altri tavoli.

Ci sediamo, cominciamo a chiacchierare, a scrutare il menu, a chiacchierare, a scrutare il menu, a chiacchierare, a scrutare il menu...

Ci sorge il dubbio che il locale fosse fai da te, quando scorgiamo una cameriera molto arzilla che alla modica età di 150 anni, vaga fra i tavoli con aria fiera e cipiglio da locandiera di Goldoni, probabilmente lo ha conosciuto...Goldoni. 

Cerchiamo di attirare la sua attenzione alzando prima un dito in maniera timida ed educata, poi tutte le cinque dita, poi l'intero braccio per poi passare ad uno sbracciamento ampio ed agitato.

Veniamo notati.

La nonnina si avvicina e ci chiede: "sapete già?" 

Scambio rapido di occhiate e cominciamo ad ordinare: "una cioccolata calda con panna", "due", "un the freddo al limone" e "un whisky". 

"Che whisky vuole?"
"Che whisky avete?"
"lei quale vuole?"
"non so, non mi vengono delle marche... voi cosa avete?"
"Ma lei che whisky vuole?"
Il nostro amico con lo sguardo ci chiede soccorso, ma la mia conoscenza dei whisky si ferma al Bayleis
"Ce l'avete un Johnnie Walker?" 
"No"
"No"
"Cosa avete?"
"lei cosa vuole?"
"un Bayleis?"
"no..."
"non me ne vengono, ma che marca di whisky avete qui?"
"lei quale vuole?"
"un bicchiere d'acqua frizzante!"
"Glielo porto subito!"

Cominciamo a chiederci la necessità di chiamare la commissione dei diritti umani contro lo sfruttamento di vecchie rincoglionite e pure merde quando accanto al nostro tavolo si siede una coppia.
La vecchia cameriera si avvicina e chiede: "sapete già?"
"Vorrei un gelato al pistacchio!"
"Non abbiamo il pistacchio..."
"Che gusti avete?"
"lei cosa vuole?"

E' stato allora che siamo fuggiti dal locale, dimenticandoci di pagare. 



giovedì 20 gennaio 2011

Per la serie: a volte ritornano.












E' un periodo che in varie fasi della giornata mi squilla il telefono ed è sempre la stessa persona. 

Direte voi: 
è la mamma che vuole sapere se stamattina ho messo la magliettina della salute?
E' il fidanzato che vuole sapere cosa deve preparare per cena o cosa deve comprare al supermercato? (si perché è lui che fa la spesa e cucina a casa mia)
E' il capo che vuole mandarti in Burundi a consegnare formaggi?
E' la  migliore amica che deve raccontarmi le ultime peripezie amorose?
E' la polizia che vuole sapere cosa facevo esattamente ad Arcore la scorsa settimana? 

Niente di tutto questo. Un tizio con il quale sono uscita un paio di volte tre o quattro anni fa, che poi non ho più sentito, si è intestardito a telefonarmi tutti i giorni. Non rispondo al cellulare e lui continua a chiamarmi. Se non lo richiamo ci sarà un perché, ci arriverà che non voglio rispondergli? Che non mi interessa rispondergli?

Non ho voglia di rispondergli perché so già cosa vuole, perché con i ragazzi mi è sempre capitato così. 

Prima escono con te un paio di volte. Magari non gliela molli subito ed allora si stufano. Perché la ragazza li ha lasciati da poco ed allora non se la sentono di impegnarsi e quindi o gliela molli subito o non hanno tempo da perdere. 
Magari non ti trovano poi così simpatica ed allora smettono subito di frequentarti. 
Insomma la cosa non va avanti. 
Magari va avanti, dura un paio di mesi, ma vi accorgete che non siete fatti l'una per l'altro ed allora vi mollate.

Per un lungo periodo che varia dai sei mesi ad un anno o anche più, lui non si è mai fatto sentire e tu lo hai dimenticato e non ti passa neanche per l'anticamera del cervello di richiamarlo.
Un giorno capita che squilla il telefono ed è il  tizio. Guardi il nome lampeggiare sul display del tuo cellulare: chi è già questo? Ah ...si! Cosa vuole?

"Pronto?"
"Ciao sono Tizio, ti ricordi di me?"
"Si, certo. Come stai?"
"Bene e tu? Cosa mi racconti?"
"Niente.... lavoro, faccio un corso di bocce... "
"Bello!.... è da un po' che non ci sentiamo...."
"già..."
"l'altro giorno ti ho pensato. Mi sono detto: quasi, quasi la richiamo... Magari potremmo prendere un caffè insieme...".
"Guarda, il corso di bocce mi impegna tutte le sere dalle 19 all'una di notte. Quindi non ho proprio tempo!". 
"Peccato. Sei una persona simpatica, mi piacerebbe rivederti!".
"Eh... ma sono proprio impegnata...". 

Mi immagino questi tizi che in un momento di solitudine, quando ormai si sono slogati la mano destra (o la sinistra, dipende se si è mancini), con le ultime forze prendono il cellulare e scorrono la rubrica. Questa l'ho chiamata l'altra settimana, questa l'ho chiamata ieri, questa ha cambiato numero di telefono, questa è mia sorella, questa è troppo brutta, questa... oh si questa! Sicuramente è ancora single e disperata. Arriverò io che la salverò dalla solitudine, a questa piacevo! Quando l'ho mollata ci è stata male. Sicuramente mi accoglierà a braccia aperte. Avrà aspettato questo momento con ansia. Trombata sicura! 

Siete state appena selezionate per riesumare dalla memoria un tipo di cui non ricordate neppure più il nome ed avere l'onore di dargli il benservito, dopo che vi aveva mollate o scartate come se foste pezza. 

Una volta, quando ero ancora una pischella, avevo cancellato il numero di un ragazzo che mi piaceva e che mi aveva mollato in malo modo. Mi ha richiamata dopo un anno, naturalmente non sapevo che fosse il suo numero quello sul display. Ho risposto e lui mi dice: "ciao!". Non sapendo chi fosse, rimango perplessa. Lui ripete: "ciao... ti ricordi di me?". Ed io: "No..." e lui deluso: "sono Caio!". Gli ho chiuso il telefono in faccia. Lui mi ha richiamata, finché non l'ho mandato a quel paese. Ma che soddisfazione!

Adesso non cancello più i numeri, così so chi è il mio nemico, non ho voglia di perdere il tempo dietro ad uno che mi chiama perché so già cosa vuole e perché lo vuole. Evidentemente ha mandato fuori fase la mano destra e vorrebbe che gli prestassi la mia! 




venerdì 7 gennaio 2011

Hai presente quando vorresti sprofondare?













Prologo

E' una giornata fresca e soleggiata, ormai la fine dell'estate. Il furgone aziendale, il famoso Vito  sta svolgendo le consegne in tutta tranquillità, ma eccoli, sul ciglio della strada: i finanzieri. 
Alzano la paletta ed intimano al furgone di fermarsi. Vito obbedisce, mette la freccia ed accosta. 
"Trasporta qualcosa?".
"Si!".
"Che cosa?"
"formaggi". 
"possiamo controllare?". 
Chissà cosa sarebbe accaduto se Vito avesse risposto di no. 

Vito apre le sue portiere. I finanzieri controllano la merce trasportata e controllano se è debitamente accompagnata dal documento di trasporto. 

Nulla da contestare : "può andare..."
Vito saluta ed ingrana la prima. Un sorrisetto affiora sulle sue labbra. 



Capitolo Primo.

La prima neve sta coprendo con il suo gelido manto le strade. 
Squilla il telefono in ufficio, è la mia collega del punto vendita: "sono arrivati due della finanza, cercavano il capo. Gli ho detto dove andare, che devo fare?".
"Niente, stai tranquilla, falli pure venire in ufficio!". 
Passano alcuni minuti. Il telefono squilla di nuovo: "i finanzieri stanno arrivando!". 
Chissà cosa vorranno le fiamme gialle. Ormai è l'ora di pranzo, ho una fame. Spero non si fermino molto. 
Dopo pochi minuti, il campanello suona: "si?"
"finanza!"
"Prego, al primo piano".

Due uomini di mezza età, in borghese, spuntano alla porta. Hanno il sorriso stampato sulle labbra, sembrano gentili.
Salutano e dopo una breve presentazione mi illuminano sulla loro presenza in azienda. 
"Un paio di mesi fa abbiamo fermato un furgone. Vito".
"Si, abbiamo il verbale".
"Ecco, siamo venuti a controllare se avete fatturato la merce descritta sul DDT".
Il mio interlocutore apre un foglio dove c'è scritta la data ed il numero del documento di trasporto. 
Io prelevo un faldone dallo scaffale e cerco la fattura nella quale viene indicata la bolla incriminata.
"Ecco!". 
"Bene..."
"Mi fa vedere la bolla?"
"Certo". 


Epilogo

Sfoglio il faldone in cerca della bolla indicatami dai finanzieri. Alla sua vista, sbianco. Lancio un fuggevole sguardo ai finanzieri, faccio un sorrisetto nervoso. Di nuovo sulla bolla, su di essa campeggia questa scritta: "CIAO TESTA DI MINKIA". 










mercoledì 5 gennaio 2011

Otto volante....












Vagabondando su internet, ho scoperto un gioco troppo divertente. 

Devi costruire un otto volante con una matita virtuale. Seguendo l'esempio, devi fare un disegnino sullo schermo cercando di unire il punto A, con il punto B. 

Dopo che avete unito i due punti, parte un trenino con tanto di cicetti urlanti (dicesi cicetti ogni sorta di pupazzetto finto o animato)  che cerca di percorre l'otto volante da voi costruito. Sottolineo il verbo "cercare". 

E' inutile dire che appena avete disegnato la linea, vi siete resi colpevoli di una strage.... 

Il trucco è, tenere la mano ferma. Se avete il morbo di Parkinson, riuscirete a frullare a dovere i cicetti.  

Sembra una cosa elementare unire due punti, ma provatelo a fare. Questo è il gioco

Fa morire dal ridere!