mercoledì 18 agosto 2010

Compagni
















Non so perché, ma a volte mi capita di fissarmi su alcune parole. Sul loro suono, sulla loro pronuncia. Mi chiedo il perché si usi un determinato vocabolo per definire un oggetto, una persona o un concetto.

Perché si dice "forchetta"? O perché si dice "cucchiaio"?

Per un certo periodo, mi sono soffermata  sulla parola "acciughe", dicendomi che suona bene: Ac-ciu-ghe.... Me la ripetevo e ripetevo, allargando e stringendo le vocali e addolcendo le consonanti.  Poi ho scoperto che in piemontese questa parola suona ancora più musicale, molto agrodolce: "anciuè". Mi chiedevo cosa ci fosse nel pronunciare questa parola che deliziasse il mio palato e lo pizzicasse allo stesso tempo. Probabilmente il sughetto al verde che le condisce.

In questi giorni sono stata "rapita" da un'altra parola. Riflettevo sul termine "compagni". Gente con la quale dividi qualcosa, qualcuno, una classe, un lavoro, un ideale, le mangiate dei bambini ... 
Una parola che rende l'idea di un rapporto che lega due individui.
Fin qui nulla da dire, ma c'è un uso del termine "compagni" che mi irrita particolarmente, quando è utilizzato per  indicare due conviventi. 

"Ti  presento il mio compagno".

Compagno di cosa? Di merende? Di giochi? Di scorrerie? Di bevute? Di bagordi?
Se qualcuno mi dice "ti presento il mio compagno" mi viene da pensare subito alla scuola, ai banchi, agli insegnanti, alla campanella, all'intervallo.
Se un ragazzo ed una ragazza si mettono insieme, diventano morosi in Piemonte e nel resto d' Italia diventano "ragazzi".  Se la cosa viene resa ufficiale a scopo matrimonio passano alla fase "fidanzati". 
Se i fidanzati si sposano, diventano marito e moglie. Se uno dei due muore, l'altro diventa vedovo o vedova. Se  la morte sopraggiunge quando la coppia non ha ancora convolato a nozze, la parte viva e vegeta  diventa single.  
Ma se due fidanzati vanno a vivere insieme, perché diventano compagni? Forse perché dividono la merenda durante l'intervallo? 

Esiste un termine per definire due conviventi?

Si potrebbe dire: "ti presento il mio convivente" o perché non utilizzare la frase "ti presento il mio coinquilino"?. 
Rende l'idea di due persone che vivono insieme. Ma anche qui mi torna in mente la scuola o meglio l'università.  Entrambe le parole mi risultano fredde. 

Mi suona irritante anche quando si parla di due conviventi come di "marito" e "moglie" per omologare il concetto  a una corrente di pensiero che vuole un uomo e una donna residenti nella stessa abitazione, nello status di persone sposate.
Ancora più irritante è quando la stessa coppia che vive insieme definisce l'altra parte "marito" o "moglie".

"Ti presento mio marito" e magari convivi da anni. Per chiamarlo così, lo devi sposare. Gli anni in cui lo hai lavato e stirato, servito e riverito, non danno il bonus "marito" se alle spalle non hai un matrimonio. Purtroppo, dico io.

Allora è più giusto dire: 
  • " ti presento quello li che mi lascia i calzini sporchi sotto il letto".
  • " ti presento quello li che non alza mai la tavoletta del cesso".
  • " ti presento quello li che fa le puzzette in cucina".
  • " ti presento quello li che non si cambia le mutande".
  • " ti presento quello li che non lava mai i piatti".
  • " ti presento quello li che lascia il tubo del dentifricio aperto".
  • " ti presento quello li a cui stiro le camicie".
  • " ti presento quello li che mi fornisce la carta di credito che utilizzo per fare lo shopping".
  • " ti presento quello li che mi aiuta a pagare le bollette".
  • " ti presento quello li che non si schioda mai dal divano". 
  • " ti presento quello con il quale mi sveglio tutte le mattine". 
Direi che tutto questo rende l'idea che una coppia che convive non differisce in nulla da una coppia che è sposata, se non per il risparmio dei soldi dovuto alla non cerimonia. 

Dopo tutta questa lunga riflessione, completamente inutile, si potrebbe lanciare un referendum. Ho già in mente il titolo: "compagna e compagno, devono chiamarsi così i conviventi?". Si potrebbe aggiungere questa campagna referendaria a quella che si sta svolgendo per impedire la privatizzazione dell'acqua. 

Ma io un termine ce l'ho: partner. Se si tralascia il fatto che questa parola, tradotta significa "compagno", direi che "ti presento il mio partner", fa più figo. 

11 commenti:

  1. A me su partner parte lo sputacchio, e poi non è bello: troppo freddo il termine, decisamente poco musicale...Io sono per "Ti presento quello che non mette mai un nuovo rotolo di carta igienica quando la finisce" :)

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  2. Ma se muore il compagno della compagna, la compagna diventa scampagnata?

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  3. @ arlette

    effettivamente arrivando a pronunciare part... si rischia di fare la doccia di saliva al nostro interlocutore, poi si rischia di incepparsi nel pronunciare tre consonanti di fila "rtn".

    @ anonimo

    capperucci! con la tua domanda, mi hai creato una nuova fissazione....

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  4. Ah,ecco perchè passi ore a fissare una FORCHETTA con aria interrogativa...

    Comunque partner fa schifo. E "compagno" è un termine che sicuramente non useranno mai due conviventi del PDL.

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  5. Boh. Mi sembra una questione di lana caprina...

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  6. Diciamo che esistono anche altre modalità meno cruente di ridiventare "single" dopo essere stati "accompagnati"... ;-)

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  7. All'inizio del discorso sul termine 'compagno' ho temuto una citazione all'ideologia staliniana.

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  8. Dai, compagno viene da "cum panis", persona con cui si divide il pane, quindi compagnia, compagneros... poi esteso. Non è sbagliato, forse è un po' vago ma funziona. È la persona che ti fa compagnia, che ti accompagna.
    Partner mi sa proprio di un linguaggio da oroscopo (qui utile letterariamente perché non ha genere), da parrucchiere, da gossip, non lo userei mai :-)

    P.S. A naso, le onomatopee ti dovrebbero fare impazzire :-b

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  9. @ lorenZo

    persona con cui dividere il pane mi piace.... fa molto due cuori e una capanna.
    per quanto riguarda le onomatopee, non le ho mai capite.
    anche se l'altro giorno ragionavo sul fatto che per il bacio si usa "smack" in occidente, mentre nei manga utilizzano "chiutsu". La seconda rende maggiormente il bacio, non trovi? :-)

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  10. 1)secondo me "chiutsu" rende meglio lo sputacchio e, se lo dici con molta enfasi può dare una grossa mano a pulire i denti in caso di resti di coscia di pollo tra gli incisivi!!! ;-)

    2) io resto sto impazzendo dopo un ascolto esagerato di Stoccolma di Rino Gaetano "dai andiamo a Stoccolma dove se mangi stai colma
    dove potrai dire con calma io sto colma a Stoccolma" dopo 3 volte perde totalmente senso!!!

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