giovedì 18 febbraio 2010

Ritorno alle elementari















 
L'altra sera mia sorella che frequenta la terza elementare, mi ha chiesto di aiutarla con i compiti di lingua italiana.

Doveva inventare una leggenda sul perchè alcuni animali dormono di giorno e cacciano di notte.

Spremendo le meningi le ho tirato fuori la seguente leggenda, dettandogliela:

Il re dei gufi un giorno decise di andare a prendere il sole sulla spiaggia. Si addormentò e non si svegliò più perchè nel frattempo si era arrostito come un pollo. Un cacciatore che passava di li, lo vide ed esclamò: "che fortuna! un gufo già arrostito, lo porterò a casa". Così quella sera lo mangiò con tutta la sua famiglia. Da quel giorno, il popolo dei gufi, decise che non avrebbe più visto la luce del sole e cominciò a dormire di giorno e a cacciare di notte.
La maestra di mia sorella le ha messo questo giudizio: bellissima e simpaticissa la tua storia.

Mi sono commossa. Ho preso un bel voto. Peccato che la maestra mi abbia corretto le virgole...

mercoledì 17 febbraio 2010

Epidemia










Al pari dell'influenza spagnola, dell'epidemia di colera, della febbre tifoide, della peste nera, della sars e dell'infuenza H1N1 (quest'ultima devo dire che ha decimato la popolazione mondiale quest'inverno),  in questi ultimi mesi gira una strana epidemia.

Ovunque vada, con chiunque io parli, tutti ti dicono la stessa cosa: "aspetto un bambino" o "Tizia è incinta" o "lo sapevi che la sorella di Caio aspetta?" o "Sai che divento zia?" o "la mia mamma deve comprare un bambino".

Due sono le cose: o sono aumentati i prezzi degli anticoncezionali o hanno messo i bambini in svendita al supermercato.

Anche persone che non conosco ci tengono a dare questa notizia.

La scorsa settimana sostituivo una mia collega in negozio. Una cliente mi parlava del più e del meno e poi guardandomi esclama: "sai, aspetto....".
Un altro giorno ad un ragazzo che non vedevo da una vita chiedo: "novità?" e lui: "divento papà!".

Questa epidemia che gira sembra molto contaggiosa ed infettiva. Pare colpisca solo le donne. Non ci sono notizie di  uomini che aspettano. Aspettano in coda alla posta o alla fermata dell'autobus, ma che aspettino bambini, mai sentito. Magari all'uscita delle scuola.

Mi sa che da oggi in poi girerò con una mascherina e i guanti monouso. Non si sa mai che qualcuna, starnutendo, mi possa infettare.  


giovedì 11 febbraio 2010

Da inoltrare a tutti i vostri contatti













Mi è appena stata inoltrata la seguente mail:


E' UN SERVIZIO SOCIALMENTE UTILE
PER IL SOCCORSO ALLA PERSONA.
Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto spesso, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile, ma gli operatori non sanno chi contattare tra la lista interminabile dei numeri salvati nella rubrica.
Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito.
Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona che operatori delle ambulanze, polizia, pompieri o primi soccorritori potrebbero contattare.
In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare la definizione ICE1, ICE2, ICE3, etc....
Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile.
E' una buona idea ed è anche promossa dalle autorità preposte al soccorso.
Fate circolare la notizia in modo che questo comportamento diventi un'abitudine diffusa.
Protezione Civile Roma

Mi chiedo: ma se io ho un incidente (scusate se mi tocco mentre lo dico) e un operatore del primo soccorsco cerca nella  mia rubrica e trova "mamma" o "papà" o "casa", non va bene ugualmente? Secondo voi, non si capisce che forse una mamma o un papà sono le prime persone da chiamare?


mercoledì 10 febbraio 2010

Quando si mette giudizio













Non pensavo di arrivare a 28 anni per mettere giudizio.
Non pensavo facesse così male mettere giudizio.

Nella mia lunga carriera di mangiatrice accanita di nutella, biscotti e dolciumi vari non ho mai avuto bisogno di andare dal dentista. Mai una carie, mai un mal di denti. Mai mai mai...

Ora che ci penso, sono stata dal dentista da piccolina perchè mi erano cresciuti due denti uno sopra l'altro. In realtà quello già esistente non se la sentiva di cadere e il nascituro si era rotto le palle di aspettarlo e così ha deciso di spuntare ugualmente. Fu così che ho dovuto aiutare il primo dente a fare spazio al secondo. Nella vita bisogna fare scelte dolorose e così mi recai dal succhia soldi, il dentista.

Giovedì notte è stata la notte più lunga della mia vita. Non sono riuscita a dormire un minuto.
Il dolore era acuto e lancinante, come se qualcuno continuasse a martellarti il dente senza stancarsi mai.

Non riuscendo a chiudere occhio, il mio problema era: come passare il tempo?

Andare su internet e navigare tutta la notte? non ho il computer a casa. O meglio, ho una connessione internet ferma all'età della pietra. Quella che appena inizia la connessione, un rumore terrificante si espande nell'etere per dieci minuti di fila. Quando la linea è connessa, giustamente per la gran fatica che ha fatto, si disconnette subito. Così ho rinunciato all'idea di guardare pornazzi su you tube o chattare con qualche maschietto pervertito in cerca di una scopata facile.

Leggere un libro? Buona idea! peccato che in camera avessi mio fratello. Non c'è mai. Ma quel giorno è venuto a trovarci ed era venuto a trovarci anche un mio cugino dalla lontana Sicilia. Così, mio cugino stava nella camera di mio fratello e mio fratello stava in camera con me. Accendere la luce tutta la notte e non fare dormire anche lui, non mi sembrava educato. Non vi nascondo che la lettura disponibile era "cent'anni di solitudine". Tra il dolore e la voglia di spararsi, la scelta era facile.

Comincio a girare al buio per casa, ad andare in bagno ogni dieci minuti, a bere litri d'acqua, a cercare una tachipirina. La trovo! Ne ingurgito una dose doppia, ma è come se avessi bevuto succo alla ciliegia, nessun effetto. Il dolore era sempre lì con nessuna intenzione di lasciarmi sola.

Cosa fare? contare le pecorelle? Alla 1.999.999.999 pecora, mi sono persa. Non sono stata in grado di continuare a contare. A scuola mi avevano insegnato a conteggiare solo fino a mille e mi  sono dovuta sforza dalla 1001 in avanti. Poi, non capivo perchè gli ovini che contavo ogni volta che saltavano l'ostacolo, mi davano una martellata sui denti. Forse avrei dovuto calcolarli senza farli saltare?

Alla fine ho trovato una soluzione. Ho acceso il mio cellulare. Ascolto la musica, mi sono detta. Non ho trovato le cuffie. Gioco ai video giochi. Sotto le coperte con il silenzioso attivato, ho finito tutti i livelli dei giochi presenti sul mio cellulare.

Finalmente riesco a chiudere occhio. Triiiiiiiin! porca.... la sveglia!!! Mi alzo, mi guardo allo specchio ed al posto della guancia avevo un palloncino e la febbre.

Allora sono corsa in farmacia a comprare un antidolorifico e poi dal dentista e quando l'ho visto l'ho abbracciato e baciato dicendogli: "faccia di me quello che vuole, ma mi tolga sto dente del giudizio!".  

Ve l'ho mai detto che i succhia soldi mi piacciono un sacco?







martedì 2 febbraio 2010

Origliare














Ieri mi trovavo in una caffetteria di Cuneo a gustarmi una meravigliosa cioccolata bollente con una montagna di panna montata sopra.

Se potessi vivrei di sola panna montata.

Stavamo seduti su una poltrona ottocentesca con un tavolinetto 30x30cm ricolma di pasticcini davanti a noi. Essendo il locale molto piccolo, mi sono ritrovata ad origliare i discorsi della coppia seduta accanto a noi.

Il tipo,  un signore distinto sulla cinquantina senza un capello in testa con occhiali da intellettuale, spiegava alla sua interlocutrice le sue ultime vicissitudini sentimentali.

Sembrava di stare davanti alla televisione a guardare "Un posto al sole". Pensare che "Un posto al sole" non l' ho mai guardato. Ma se "Un posto al sole" fosse interessante come la conversazione che ho origliato ieri, di certo mi metterei a guardarlo.

"Lei in tre mesi di frequentazione mi ha fatto un sacco di complimenti. Cose che in trent'anni con mia moglie non ho mai sentito".

"Finalmente siamo riusciti ad organizzare un viaggio insieme. Abbiamo passato un week end meraviglioso. Non sto a raccontarti i dettagli, ma immagina cosa può fare una coppia in un week end lontano da casa. Qualsiasi cosa ti venga in mente, noi lo abbiamo fatto".

"Una volta tornati a casa l'ho chiamata. Mi sembrava strana, distaccata. L'ho chiamata un pò di volte nei giorni seguenti, ma lei era sempre evasiva. Mi sono stufato ed in maniera decisa le ho chiesto di dirmi cosa c'era che non andasse. In pratica lei non se la sentiva di impegnarsi nonostante stesse bene con me. Voleva frequentare anche i suoi amici...".

Io allungavo le orecchie ma non riuscivo a percepire tutto, anche perchè il mio interlocutore non era interessato alla discussione. Così ho avuto difficoltà a fare la ruffiana.

Il Signore, deluso in amore, ha tirato fuori un portatile dicendo alla signora accanto a se: "ti faccio vedere la sua foto, così mi dici cosa ne pensi. Forse l'hai già vista".

Come avrei voluto dire: "scusi, posso guardarla anche io?", ma il mio ragazzo me lo ha impedito.

Il cinquantenne chiude il computer: "è meglio andare. Mia moglie in trent'anni non mi ha mai fatto un complimento, ma è stata con me trent'anni!".

Mi ha tolto le parole di bocca.