giovedì 17 giugno 2010

Vicolo cieco













Sono uscita per andare a comprare il mio solito maxi bon.

Il mio ufficio si trova imboscato tra un agglomerato di case che per arrivarci devi avere il supporto del navigatore satellitare. Se questo aggeggio tecnologico vi porta in un vicolo stretto e senza uscita, non vi preoccupate, vi ha portato sulla strada giusta. 

Il mio ufficio è talmente imboscato che a volte, davanti al cancelletto, ci trovo gruppi di ragazzini che si fumano la prima sigaretta o bevono super alcolici. Ci trovo anche ragazzi organizzati in bische clandestine.  Altre volte ci trovo gente che si scambia pacchetti di zucchero ed altre volte ancora ci trovo gruppi appartenenti alla massoneria che si organizzano in una setta religiosa dedicata al pasticcio di carne. Altre volte, becco vecchiette che parlano con i gatti. 

Stavolta, uscendo dal cancelletto, mi imbatto in due ragazzini dalla faccia pulita.

Lui pettinato come quello di High School Musical con i jeans firmati, la polo firmata ed il maglioncino appoggiato sulle spalle. Era atteggiato a milanese dandy di trent'anni ma avrà avuto massimo 15 anni. Lei era una ragazzina minuta con i capelli mossi che cadevano sulle spalle, uscita appena dalla parrucchiera.  Faccino leggermente truccato, sopracciglia modellate ed aria da velina. 

Stavano a distanza di sicurezza, guardandosi con gli occhi a cuoricino e sorrisini timidi. 
Sono passata fischiettando con l'aria di chi non vede e non sente nulla. Se c'era, dormiva. 

Mi sono trovata ad invidiarli. A quell'età come sono belli i primi battiti di cuore, le prime cotte, il primo bacio. Me li immaginavo scambiarsi letterine d'amore, poesie, fiori, regalini, sguardi rubati e baci rubati. Tutto così delicato ed ingenuo. 

Acquisto il mio maxi bon e ritorno nel mio bunker nascosto per tornare a lavoro. Nonostante stessi arrivando con la stessa finezza con cui un elefante si muove in una cristalleria, ribecco i due ragazzini che sorpresi dal mio arrivo si staccano dal loro abbraccio appassionato. La ragazzina non sembrava più uscita dalla parrucchiera da 5 minuti, ma aveva l'aria di chi avesse aperto la finestra durante una tormenta. Lui non era più ordinato ed impeccabile. Il maglioncino non stava sulle spalle, ma per terra. 

Io entro fingendo di non averli visti, ma in realtà ci sono rimasta male. Mi immaginavo una storia tenera da cartone animato giapponese ed invece, mi ritrovo ad assistere al classico The O.C. 

L'avrei dovuto immaginare, mica erano vestiti alla marinaretta come gli scolari nipponici.

Mi sa che dalla prossima volta, oltre a vendere le sigarette ai ragazzini che si nascondono qui sotto, devo procurarmi dei preservativi da smerciare. 










3 commenti:

  1. Una volta ho partecipato a una gara di Texas hold'em da quelle parti. Anche se siamo stati disturbati da due tizi in crisi ipoglicemica che si scambiavano zucchero. Non credevo però che lo zucchero si assumesse per via nasale..

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  2. Anche io vorrei i capelli come quello di High School Musical. Solo che non ho più i capelli =(

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  3. ho sentito dire che anche un mio amico pelato da ragazzino aveva gli stessi capelli di quello di high school musical, solo che poi hanno preso due strade diverse.... il mio amico ed i suoi capelli.... pare dopo aver assunto una partita di zucchero tagliata male.

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