mercoledì 19 maggio 2010

Cattivi pensieri















In questi giorni è riaffiorato nella mia mente un ricordo risalente a circa... ehm... 29-15=, allora 9-5=4, 2-1=1... quindi, risalente a 14 anni fa. 
Cazzo, tutto quello? E pensare che credevo di essere praticamente coetanea delle sedicenni di oggi. 
Comunque, 29 anni non li ho ancora compiuti. Se questo mi può consolare.

Tornando al ricordo riaffiorato in questi giorni, ve lo illustro: avevo appunto 15 anni. Stavo lavorando, nella stagione estiva, in un magazzino di cernita frutta. Ero una ragazzina brufolosa e cicciottella. Non tanto cicciottella, solo un pò gonfia. Con le sopracciglia spesse e i capelli arruffati. Mica come la Quattrociocche in "Scusa se ti chiamo amore". 

Insomma, ero una ragazzina repressa e bruttina.... Ma, torniamo al ricordo riaffiorato in questi giorni. Dicevo che facevo la stagione estiva a cernire pesche. Un lavoro molto noioso. Io passavo il tempo a chiacchierare con donnoni di ogni età, represse e disilluse dalla vita. Erano più le parole che uscivano dalla mia lingua che le le pesche che mettevo nelle cassette. 

La padrona accortasi della velocità con cui lavoravo o meglio chiacchieravo, si fiondava silenziosamente alle mie spalle, ascoltava quello che dicevo per un minuto e con voce arcigna esclamava: "muovi le mani, invece della lingua!". Ma avevo 15 anni. Praticamente una bambina. 

Capendo di essere al lavoro piuttosto che tra i banchi di scuola, ho cominciato a lavorare seriamente. La padrona mi aveva ormai preso di mira e non perdeva occasione di puntare il dito su di me ad ogni minimo errore. Mi aveva dichiarato guerra o molto semplicemente ero la sua pallina antistress. Quella che si schiaccia per scaricare i nervi. 

Lo confesso. La odiavo con tutta me stessa. Le auguravo tutto il male del mondo. Avrei voluto metterle le mani al collo e strozzarla. 

L'ultimo giorno di lavoro quando mancava mezz'ora alla libertà,  un urlo squarcia le pareti del magazzino. Tutto si fa silenzio, le macchine si fermano. Le donnone si guardano a vicenda con aria interrogativa. Si sussurra: "cosa sarà successo?". "Non so". "Andiamo a vedere". Urla di sgomento e orrore si fanno largo e finalmente scopriamo cosa è accaduto. La stronza, la padrona arcigna, era stata sbattuta da un muletto contro un macchinario. Si era fatta parecchio male.

La strega si era fiondata silenziosamente alle spalle del carrellista, gli ha fatto: "buh!!", questo si è spaventato e le ha fatto involontariamente male. 
Tra lo sgomento di tutti, lo ammetto, mi veniva da ridere. Tutte le caghette che le avevo mandato avevano finalmente centrato il segno. Avevo avuto la mia vendetta.

Nella confusione, io ed un'altra ragazzina ce la siamo svignata. Tanto l'orario di lavoro si era ormai concluso.
Non ho mai riso tanto come quel giorno. 

Adesso c'è una persona che vorrei che qualcuno prendesse e la sbattesse in un tritarifiuti. Chissà se le mie caghette faranno nuovamente centro. 

Hihihihihihi (risata sadica in crescendo con musica drammatica di sottofondo).

5 commenti:

  1. Se la persona caghettata sta benissimo, sappi che hai sbagliato mira e hai colpito me...La prossima volta concentrati di più!!

    RispondiElimina
  2. @ amauroto

    eh eh eh... e se il bersaglio fossi stata proprio tu? significherebbe che la cosa funziona. ;-)

    RispondiElimina
  3. meno male pensavo di essere io la tua vittima.Allora devo trovare chi mi ha scagliato contro la maledizione dell'eterna influenza..

    RispondiElimina
  4. @ cuscina

    chi lo sa... potrei essere stata io..... ih ih ih ih :-)

    RispondiElimina
  5. mi unisco alla risata in crescendo... ha raggiunto livelli esorbitanti ormai!
    Grandioso!!! ^_^

    RispondiElimina