giovedì 27 maggio 2010

Scoordinata!













Dopo l'acqua gym, ho deciso di iscrivermi in palestra.

Ho iniziato a fare un corso di tonificazione, misto ad aerobica, misto a danza.
Non avendo mai fatto un corso del genere, non avevo idea di cosa aspettarmi.
Entro nella sala fitness, mi guardo in giro. Tutte donne abbastanza giovani. 
Arriva l'insegnante molto energica, attacca la musica ed urla: "si va!!! Pronte a starmi dietro? Bravissime!".

Un momento: cosa cavolo devo fare?

La tipa inizia gli esercizi e tutte la seguono in modo coordinato. 
Tra un "marcia", "guarda me", "andiamo insieme", "in", "es", "c'è una sorpresa per voi", cerco di seguire anche io i movimenti, ma mi accorgo che mentre tutte andavano a destra, io andavo a sinistra. Mentre tutte alzavano prima la gamba sinistra e poi la destra, io il contrario. 

Di tutti i passi non ne ho azzeccato uno.

L'insegnante mi si avvicina e mi chiede: "tutto bene? Un po' spaventata?". Rispondo: "No, solo scoordinata!".

Vedendomi dall'esterno, avrebbero visto un gruppo di donne fare gli stessi movimenti, mentre una sola fare esattamente il contrario.

Un po' come un genitore che guarda i bimbi dell'asilo giocare tutti insieme nel cortile e tra questi cerca il proprio figlio. Guardandosi in giro, scopre che questo è l'unico che mette le mani nel fango e se lo spalma in faccia. 

Si sentirebbe avvilito, non credete?

Ecco come mi sono sentita a fine lezione. 



giovedì 20 maggio 2010

Due gusti, meglio di uno...













Vado al bar a comprare il solito. 
Per solito intendo il maxibon classico.

Dò in mano 3 euro al barista che subito ribatte: "mi hai dato troppo!" 
Ed io: "no, ti ho dato giusto!". 
Il barista controlla il prezzo e mi dice: "guarda che fa solo 1.60 euro". 
Ed io: "non costa 2.60 euro?". Con tono di chi la sa più lunga.

Il barista controlla nuovamente e conferma, il maxibon costa 1.60 euro. Mi restituisce l'euro che avevo dato in più e mi da ancora 40 centesimi di resto. 

Io esco dal bar con la convinzione che no, il maxibon costa 2.60 euro.
Apro la confezione e la parte croccante ricoperta di cioccolata mi cade per terra.
Non solo volevo pagare il maxibon il doppio, ma ne ho anche mangiato la metà.

mercoledì 19 maggio 2010

Cattivi pensieri















In questi giorni è riaffiorato nella mia mente un ricordo risalente a circa... ehm... 29-15=, allora 9-5=4, 2-1=1... quindi, risalente a 14 anni fa. 
Cazzo, tutto quello? E pensare che credevo di essere praticamente coetanea delle sedicenni di oggi. 
Comunque, 29 anni non li ho ancora compiuti. Se questo mi può consolare.

Tornando al ricordo riaffiorato in questi giorni, ve lo illustro: avevo appunto 15 anni. Stavo lavorando, nella stagione estiva, in un magazzino di cernita frutta. Ero una ragazzina brufolosa e cicciottella. Non tanto cicciottella, solo un pò gonfia. Con le sopracciglia spesse e i capelli arruffati. Mica come la Quattrociocche in "Scusa se ti chiamo amore". 

Insomma, ero una ragazzina repressa e bruttina.... Ma, torniamo al ricordo riaffiorato in questi giorni. Dicevo che facevo la stagione estiva a cernire pesche. Un lavoro molto noioso. Io passavo il tempo a chiacchierare con donnoni di ogni età, represse e disilluse dalla vita. Erano più le parole che uscivano dalla mia lingua che le le pesche che mettevo nelle cassette. 

La padrona accortasi della velocità con cui lavoravo o meglio chiacchieravo, si fiondava silenziosamente alle mie spalle, ascoltava quello che dicevo per un minuto e con voce arcigna esclamava: "muovi le mani, invece della lingua!". Ma avevo 15 anni. Praticamente una bambina. 

Capendo di essere al lavoro piuttosto che tra i banchi di scuola, ho cominciato a lavorare seriamente. La padrona mi aveva ormai preso di mira e non perdeva occasione di puntare il dito su di me ad ogni minimo errore. Mi aveva dichiarato guerra o molto semplicemente ero la sua pallina antistress. Quella che si schiaccia per scaricare i nervi. 

Lo confesso. La odiavo con tutta me stessa. Le auguravo tutto il male del mondo. Avrei voluto metterle le mani al collo e strozzarla. 

L'ultimo giorno di lavoro quando mancava mezz'ora alla libertà,  un urlo squarcia le pareti del magazzino. Tutto si fa silenzio, le macchine si fermano. Le donnone si guardano a vicenda con aria interrogativa. Si sussurra: "cosa sarà successo?". "Non so". "Andiamo a vedere". Urla di sgomento e orrore si fanno largo e finalmente scopriamo cosa è accaduto. La stronza, la padrona arcigna, era stata sbattuta da un muletto contro un macchinario. Si era fatta parecchio male.

La strega si era fiondata silenziosamente alle spalle del carrellista, gli ha fatto: "buh!!", questo si è spaventato e le ha fatto involontariamente male. 
Tra lo sgomento di tutti, lo ammetto, mi veniva da ridere. Tutte le caghette che le avevo mandato avevano finalmente centrato il segno. Avevo avuto la mia vendetta.

Nella confusione, io ed un'altra ragazzina ce la siamo svignata. Tanto l'orario di lavoro si era ormai concluso.
Non ho mai riso tanto come quel giorno. 

Adesso c'è una persona che vorrei che qualcuno prendesse e la sbattesse in un tritarifiuti. Chissà se le mie caghette faranno nuovamente centro. 

Hihihihihihi (risata sadica in crescendo con musica drammatica di sottofondo).

giovedì 13 maggio 2010

Quando si dice sfiga....












Poi dicono che i sogni premonitori non esistono...

Circa quattro mesi fa, approfittando dello sconto del 25% sulle tariffe,  ho prenotato un volo Easy Jet per Praga. Ho prenotato l'albergo, ho comprato la guida e mi sono fatta un itinerario. Tutto per fare una sorpresa al mio fidanzato che compiva gli anni in questi giorni.

Per quattro mesi ho fatto di tutto per non spifferare al moroso il regalo di compleanno. Cosa che mi ha richiesto una grande forza di volontà. 

Lo dice una che ha fatto un regalo bellissimo alla migliore amica e glielo ha rivelato un mese prima perché talmente entusiasta che non ha resistito e gliel'ha dovuto dire. 
E' stato più forte di me!
Quando ho consegnato il regalo alla mia amica, lei si è ugualmente commossa. O forse ha fatto finta di commuoversi... Fatto sta che lei compie gli anni a giugno ed a maggio sa già cosa le regalerò. Quest'anno non le ho ancora rivelato cosa le comprerò, anche perché non l'ho ancora deciso.

Con il mio moroso è diverso. Non posso dirgli il regalo di compleanno che gli farò quattro mesi prima, perché ha il  terribile vizio di arrabbiarsi e mandarmi a quel paese senza tanti complimenti. 

Perché arrabbiarsi poi, mica è il caso?
Dice che rivelare un regalo di compleanno in anticipo, porti sfiga. 

Insomma, lungi dal rischiare di richiamare la sfiga su di me, ho resistito e dopo quattro mesi è arrivato il momento di consegnargli il regalo. Lui è stato contento, io ero contenta. Non ci rimaneva che partire. 

Ho vissuto con l'ansia che qualsiasi cosa avrebbe rovinato il viaggio. Tipo un impegno improvviso, una malattia, lo sciopero degli assistenti di terra. Tutte le sfortune le ho pensate tranne ad un vulcano islandese dormiente da anni che ha deciso di eruttare giusto in questi giorni.
Certo, c'era stata una settimana di passione, ma poi tutto sembrava mettersi in ordine.

Invece no. Domenica 9 maggio hanno chiuso gli aeroporti fino alle 14 per poi aprirli fischiettando e cantando: "finché la barca va, lasciala andare...". 
Li hanno chiusi giusto il tempo per cancellare il mio volo prenotato e pagato 4 mesi fa. 

La sfiga è sempre dietro l'angolo e quando arriva, arriva.

Lo giuro, non ho spifferato al mio ragazzo il regalo in anticipo. Ma forse, dirlo a tutti quanti tranne che a lui porta ugualmente sfortuna.