mercoledì 30 dicembre 2009

L'uomo della mia vita















Sono sempre stata una sognatrice ad occhi aperti.
Passavo ore ed ore ad immaginare come sarei stata da grande, che lavoro avrei fatto e soprattutto fantasticavo su chi sarebbe stato l'uomo della mia vita.

Essendo un'inguaribile romantica, passavo ore ad immaginare come sarebbe stato l'incontro con il principe azzurro ed inventavo centinaia di situazioni diverse.
Nella mia mente lui era alto, fisico atletico, lineamenti spigolosi, capelli neri corvini ed occhi blu come il mare. Forte, coraggioso e misterioso.
A questo fusto immaginario gli ho dato un nome, Alessandro.

Non ritenendomi io stessa all'altezza del mio uomo dei sogni, fantasticavo di essere una mega bionda dagli occhi verdi con le gambe lunghe e sottili e con un bellissimo nome, Rachele.

Fin da ragazzina sono sempre stata sicura che quell'uomo esistesse e che si chiamasse realmente Alessandro.
Era inevitabele che ad ogni Alessandro che conoscessi, mi si drizzassero le antenne e mi chiedessi: "sarà lui?".

Il primo reale Alessandro che ho conosciuto era il migliore amico di mia sorella. Inutile dire che era gay dichiarato.

Il secondo Alessandro che ho conosciuto è stato un mio datore di lavoro. Era troppo grande per me. Ma se l'età non conta, devo dire che anche questo era gay.

Un altro Alessandro arrivato nella mia vita, aveva degli atteggiamenti ambigui. Non ho mai scoperto se fosse o meno gay, ma ne ho sempre avuto il dubbio.

Quando cominciavo a pensare che tutta la categoria "Alessandro" fosse omosessuale, ho conosciuto un Alessandro che compensava tutti. Un donnaiolo di prima categoria, uno sciupafemmine senza rimorsi.
Un tipo da cui stare lontana almeno centinaia di km. Infatti, stava a 380 km da me.

Finalmente, conosco un Alessandro molto carino dai lineamenti sottili e gli occhi dolci. Non proprio l'Alessandro spigoloso da me sempre sognato, ma non si può avere tutto dalla vita.
Non so perchè e come, ma è sparito nel nulla all'improvviso in una notte buia e tempestosa.

Un altro Alessandro da me conosciuto parlava solo di morte, cadaveri e messe esoteriche. In una notte buia e tempestosa, sono fuggita senza lasciare traccia prima di essere sacrificata a chissà quale divinità pagana. Se sentite parlare di un Alessandro che recita "I sepolcri" di Foscolo come io canto le canzoni dei Negramaro, non ditegli di me. Se proprio vi scappa, ditegli che sono già stata sacrificata.

Quando cominciavo a pensare che molto probabilmente l'uomo della mia vita esisteva ma evidentemente portava un altro nome, è arrivato lui.
Bello, occhi blu come il mare. L'uomo dei miei sogni. Il suo nome, Alessandro.

Mi vedevo già correre a piedi nudi su una spiaggia tropicale con lui mano nella mano. Mi vedevo ballare con lui al chiaro di luna in un giardino pieno di rose. Mi vedevo guardare insieme le stelle l'una accanto all'altro.
Andava tutto liscio nella mia mente, ma ho scoperto una cosa.

Alessandro è fidanzato con una certa Rachele. Una strafiga bionda dagli occhi verdi e dalle gambe chilometriche.

E non mi venite a dire che i sogni non diventano mai realtà!!!


martedì 29 dicembre 2009

Sospetto criminale
















Sarà perchè ho una faccia sospetta. Sarà per la mia cicatrice cm 11x2 più 11 punti sul braccio sinistro. Sarà perchè sono piccola e nera. Sarà perchè non vado in chiesa da un pò, ma all'aeroporto di Christchurch in Nuova Zelanda mi hanno fermato per fare un esame molto approfondito della mia persona.

Superato il metal detector, una piccoletta con gli occhialoni fondo di bottiglia mi accenna di avvicinarmi. Io con aria smarrita e innocente eseguo l'ordine. Lei mi scruta con sguardo impassibile. Io comincio a farmela sotto.
Cavoli!!! avranno scoperto che ho ucciso un leprotto ed adesso  mi vogliono mettere in galera.

La piccoletta mi dice di allargare le gambe e le braccia e comincia a passarmi un aggeggio su tutto il corpo. Manco agli spacciatori di cocaina fanno un esame così approfondito.
Dopo avermi palpata e sondata, mi dice qualcosa tipo: "shiek dienfei fdieosdk dioenooo quistions" ed io con tono reverenziale rispondo: "Ai dont andestent!". Allora lei ripete lentamente: "sh ek dien fei fdi eo sdk dio e noo o qui sti o ns" e aggiunge un gesto verso la mia borsa. Capendo il linguaggio dei segni più dell'inglese, gliel'allungo.

Lei la prende, la poggia su un bancone. Tira fuori un tampone, lo scarta e lo passa sopra il bagaglio.
Io mi guardo in giro fischiettando e facendo finta di niente, mentre la gente che passa oltre mi osserva come si osserva  una terrorista di Al Qaeda.
Non sono sicura di come si osservi un terrorista di Al Qaeda, ma  se io vedessi un terrorista di Al Qaeda lo guarderei certamente a quel modo, come i turisti di passaggio guardavano me.

La tizia, dopo aver tamponato il mio bagaglio a mano, prende il filtrino e lo infila nel computer.
Cosa pensava di trovarci? Avrei voluto chiederglielo, ma alla risposta: "zzieli diel dioencoe", ne avrei saputo come prima.
Il computer ha dato esito negativo e la signora con aria delusa, mi consegna la borsa e mi lascia andare.

Faccio due passi e mi sento chiamare. Mi giro e la tizia mi riaccenna di avvicinarmi.

Torno indietro e mi dice: "kdjoeios cioeren doifjeosjeio difo".
Stavo facendo rinotare che non avevo capito un emerita mazza, quando due tizi in divisa mi hanno prelevata e portato via contro la mia volontà.

Così, mi sono ritrovata nella Jailhouse a Christchurch e non saprò mai perchè.








lunedì 28 dicembre 2009

Malattia genetica













Da quando sono nata sono affetta da una malattia genetica molto comune ai più: la gelosia.

C'è chi presenta una patologia molto grave che sfocia nella gelosia possessiva/aggressiva, c'è chi presenta una forma di gelosia immotivata che colpisce soprattutto le donne, c'è chi soffre di gelosia punto e basta  ed infine c'è chi è affetto da gelosia lieve, quasi impercettibile. Quest'ultima colpisce, nella maggior parte dei casi, gli uomini.

E' un sentimento che ci sfugge dalle mani, al di fuori del nostro controllo, un sentimento che nasce all'improvviso e che ci strappa l'anima.

Fin dalla più tenera età ho dovuto convivere con questa patologia.
Da bambina soffrivo se qualcuno prendeva in mano un oggetto a me caro, come poteva essere una bambola o una coperta. Da ragazzina, non sopportavo che la mia migliore amica desse attenzioni ad altri oltre me. Da grandicella, morivo di gelosia quando i ragazzi che mi piacevano e che non mi hanno mai filato, preferivano la bionda della terza C.

Insomma, conosco bene questo sentimento.
I sintomi sono: una stretta allo stomaco, un prurito insopportabile alle mani e una gran voglia di spaccare tutto.

Spesso soffro di gelosia immotivata tipo: con chi parlavi? chi era quella? perchè ti ha sorriso? e così via.
Alla risposta: "è mia sorella!", potrei anche sotterrarmi.

Altre volte soffro di gelosia possessiva.
"Esco con la mia migliore amica" o "vado in vacanza a Cuba" ed io:"posso venire?".

Altre volte soffro di gelosia punto e basta.
"Sai, mi ha telefonato la mia ex per farmi gli auguri per la festa di Santa Apollinare in Classe e per il centesimo anniversario della nascita di Pinco Pallino". Allora io rispondo: "ma che cazzo vuole ancora quella li?".

L'altro giorno ascoltavo, alla radio, un programma di posta del cuore. Una tizia diceva che suo marito le aveva confessato di essersi innamorato di un'altra. Lei si chiedeva cosa dovesse fare. Lasciarlo andare? Perdonarlo? Ricominciare?
A quelle parole mi si sono mescolati un sacco di pensieri in testa e solo uno alla fine ha prevalso: l' omicidio!
Lasciarlo andare? solo su una sedia a rotelle o mal che vada dentro una bara.
Perdonarlo? prima deve passare sul mio cadavere.
Ricominciare? ma chi si fida più!
.

Però, se un giorno mi venisse detto realmente: "ti devo parlare...".
Beh, credo che la mia gelosia andrebbe a farsi fottere. Mi incazzerei come una bestia, ma poi cosa potrei fare?
Un omicidio? cosa ci guadagnerei?
Penso che vorrei solo sparire. Punto e basta.

La gelosia è un sentimento che colpisce tutti, un sentimento inutile, ma non posso fare a meno di conviverci.
Se qualcuno scoprisse la cura, me lo dica.





martedì 22 dicembre 2009

Il sindaco spalatore












Cumuli di neve posteggiata negli appositi parcheggi per le auto, due centimentri di ghiaccio che ricopriva l'asfalto, automobili che procedevano lentamente e gente che cercava di non scivolare.
Così si presentava, stamane,  il paesello dove lavoro.

Ho sostato l'auto in uno dei pochi parcheggi liberi dalle montangne di neve e con buona pace, ho cercato di percorrere i 200m che separano il parcheggio all'ufficio senza rotolare per terra e rompermi una gamba.

Passo davanti all'oreficeria del sindaco. Costui stava spalando la neve. Mentre procedo oltre, un signore dietro di me viene fermato dal primo cittadino del paesello.
"Buongiorno, come va? hai visto cosa sto facendo?". Fa notare il sindaco al passante.
Quest'ultimo risponde: "bravo, stai spalando!"
"Eh, si... se tutti i sindaci fossero come me, tutte le strade sarebbero pulite!".

A queste parole mi stavo ribaltando, ma non per i due centimentri di ghiaccio sull'asfalto.
Al paesello, abbiamo un sindaco veramente molto simpatico.

lunedì 21 dicembre 2009

Favola di Natale














C' era una volta, in un luogo lontano, in un tempo indefinito, un uomo molto ricco e potente.
Era figlio di un re.
Era un uomo ambizioso che amava essere adorato. Il suo più grande desiderio era quello di diventare il monarca assoluto.

Nonostante avesse moltitudini di servitori e soldati al suo seguito, nonostante avesse castelli in ogni provincia del regno, nonostante avesse i forzieri ricolmi di moneta sonante, voleva di più!

Suo padre, il re, era ancora un uomo forte e vigoroso. Insomma, non ne voleva sapere di morire ed il figliuolo, ansioso di sedere sul trono, cominciò ad architettare un piano per diventare il sovrano.
Così, cominciò a mettere in pratica la sua strategia.

Come prima cosa pagò laute tangenti ai consiglieri del padre, in modo da garantirsi appoggi sicuri. Come seconda cosa utilizzò il denaro per pagare sicari che, con molta discrezione, facessero piazza pulita dei suoi avversari. Inoltre, cominciò a regalare al suo popolo giochi circensi e spettacoli erotici.
Nacquero così le veline: donne giovani e molto belle che velavano il proprio corpo. Il loro scopo era quello di incantare e sedurre gli uomini, roteando i fianchi e mostrando centimetri di nuda pelle.
Il popolo amava queste distrazioni.

E, distratto, non si accorse della lenta e subdola ascesa al potere del principe egocentrico, assetato di potere e ricolmo di oro.

Il re, sempre in gamba e dal cervello fino, si accorse dei giochi machiavellici del propio figlio e gli disse: "tu non sei degno di salire sul trono, ti diseredo!".
Con un comunicato stampa letto dai banditori in ogni angolo del paese, il re comunicò che il principe non sarebbe mai salito sul trono.

Fu così che, il figlio spodestato, cominciò una campagna di odio ed insulti. Come poteva, lui, essere oltraggiato in quella maniera?
Non si risparmiava commenti volgari, accuse false e minacce più o meno palesi.
Chiunque osasse fargli opposizione, veniva tacciato di ignoranza, invidia e vilipendio.

Il re morì di dolore.

Il principe, grazie all'elargizione di valanghe di denaro a ministri, giudici, consiglieri, banditori e chiunque potesse aiutarlo a salire al potere, riuscì a fare cambiare la legge del suo regno e a sedere sull'agognato trono.
Da allora il regno cadde in un incubo.
Quelli che non si erano lasciati affascinare dai giochi circensi e dagli spettacoli erotici, cioè in grado di pensare con le proprie teste, avevano cercato di protestare, ma la loro voce era fievole e pressochè inascoltata. Non erano riusciti ad impedire l'ascesa del principe, ora divenuto re.
La libertà di parola e di pensiero, venne lentamente a mancare.

Il re era sicuro che il popolo lo amasse perchè dava loro l'intrattenimento. Con questo era convinto di raggiungere i loro cuori e di conseguenza, di essere amato.
Però, le sue principali occupazioni erano quella di illudere i sudditi convincendoli di cose che in realtà non esistevano e quella di trastullarsi con giovincelle piccole di età, ma con la visione del proprio futuro ben chiaro.

Chiunque si opponesse o lo criticasse, veniva messo a tacere.

Il re, con una mano porgeva il denaro e con l'altra se lo ripigliava con gli interessi.

Una grande siccità sopraggiunse, la terra non dava più i suoi frutti e di conseguenza il popolo cominciò ad avere fame.
I giochi circensi e le donnine non bastarono più a distrarre la gente che voleva soltanto mangiare.
Il re dichiarava: "Va tutto bene, c'è l'abbondanza!". Mostrava, così il suo oro , la sua tavola imbandita, le danzatrici ed i pagliacci.

Inesorabilmente iniziarono manifestazioni di piazza: manifestazioni di protesta, rabbia e frustrazione.
Come poteva, il sovrano, negare così l'evidenza del suo comportamento presuntuoso ed arrogante?

Un giorno, il re che amava i bagni di folla cercò di parlare al suo popolo, promettendo denaro e donne.
Il popolo urlava:"è il pane quello che vogliamo!"

Ma venne il tempo del ravvedimento, quando dal male se ne trae il bene.

Un vagabondo afferrò un sasso spigoloso e, con una mira infallibile, colpì il re in pieno volto trasformandolo in una maschera di sangue.
Il re era incredulo: come avevano osato colpirlo? Perchè lo avevano fatto?Io li amo, perchè loro non mi ricambiano?
Fu questa la sua amara conclusione.

Una lenta ed inesorabile presa di coscienza si fece largo nella mente del re. Si rese conto che, per essere amato, non doveva mostrarsi come un essere superiore al di sopra delle regole, ma come un uomo di pace e dialogo.

Da quel giorno, il re cominciò a prendere seriamente a cuore i problemi del suo popolo. Non fu più un uomo arrogante ed egocentrico, ma divenne un uomo mite ed umile.
Cominciò a dialogare con i propri avversari, ascoltando e valutando le idee di chi la pensava diversamente.
Smise di frequentare le ragazzine e si sposò.

Il popolo, resosi conto del ravvedimento del proprio re, cominciò ad amarlo veramente e l'amore vinse sull'odio.

Qual'è la morale?
La morale non c'è, è soltanto una favola.

venerdì 18 dicembre 2009

Punti di vista










SCENA:
lei, italiana, sta facendo pulizie nello spogliatoio di una fabbrica.
Dopo aver lucidato i sanitari, gli specchi e le porte. Dopo aver tolto un kg di polvere e spazzato, comincia a lavare i pavimenti.
Lui, marocchino, arriva negli spogliatoi.
Lei, lo guarda malissimo.

PUNTO DI VISTA DI LEI, PENSIERO:
sto stronzo! doveva arrivare proprio adesso? non può aspettare che si asciughi il pavimento?

UNICO SCAMBIO DI BATTUTE:
marocchino: "perchè mi guardi male?!"
italiana: "perchè sto lavando i pavimenti, non puoi passare più tardi?"

Silenzio.

PUNTO DI VISTA DI LUI:
mi guarda male perchè è razzista. Per questo me ne frego e passo lo stesso. Vado via subito.

PUNTO DI VISTA DI LEI:
sto stronzo passa ugualmente! Nessun rispetto per il lavoro altrui. Proprio una mentalità strafottente e maschilista.

PUNTO DI VISTA DI LUI:
così impara a fare la superiore... Che ripassi lo straccio! Ho preso quello che dovevo prendere alla faccia sua.

PUNTO DI VISTA DI LEI:
stronzo! Ora mi tocca ripassare lo straccio.

Continua a guardarlo malissimo.

PUNTO DI VISTA DI LUI:
Stronza razzista!

Chi ha ragione? dipende dai punti di vista.

E se, quando avete cominciato a leggere pensavate ad una scena erotica, mi dispiace avervi deluso.

giovedì 17 dicembre 2009

Io odio il Natale!














Io odio il Natale!
E' un periodo dell'anno che mi deprime.

Sarà per le luci?
Sarà per il freddo porco?

Sarà per le pubblicità dei vari panettoni?
Sarà per i film tutto amore e neve che danno alla tele?

Non so quale sia il motivo,  ma il Natale mi sta sullo stomaco. Non lo digerisco. E' come mangiare bagna caoda per una settimana di fila. Fa lo stesso effetto!!!

Poi, chi lo ha detto che a Natale, siamo tutti più buoni?

Giusto ieri ho mandato a quel paese, con tanto di auguri, quella vecchia bacucca che si è parcheggiata davanti al passo carraio del cortile dell'azienda per la quale lavoro.
Le ho clacsato per farla spostare e lei cosa ha fatto? mi ha fatto un gestaccio!!!
Dico io: MI HA FATTO UN GES-TA-C-CIOOO!!!

Era il suo regalo di Natale, gesto di amore e pace.
Come minimo, per ringraziarla, avrei dovuto tamponarla.
Ma come Berlusconi dixit: "state sereni, l'amore vince sull'odio!"

Così, non mi sono lasciata intimidire e l'ho fatta spostare a suon di: "Vergogna! Vergogna! Vergogna! Che ti rubassero la pensione!!! Se non ti sposti chiamo i vigili e ti faccio multare!".

Io non riesco ad essere più buona, o meglio, più tranquilla.

In più, sono arrabbiata con Babbo Natale. Si lui: l'omone grande e grosso, vestito di rosso inventato dalla Coca-Cola.
L'anno scorso gli ho scritto una bella letterina dove gli chiedevo, come regalo, un appuntamento con George Clooney. Lui cosa fa?
Lo fa fidanzare con Elisabetta Canalis!

Va bene che io e la Elisabetta siamo praticamente gemelle, ma sbagliarsi a quel modo...
Perdinci, io ho più tette!!!

Però, il caro Babbo Natale, può farsi perdonare.
Quest'anno desidero una bella villetta in legno sull'Otago Peninsula e la cittadinanza neozelandese.

Mi raccomando Babbo, non ti sbagliare: ricordati, io sono quella con più tette!

martedì 15 dicembre 2009

Quando uno è rimbambito...











L'altro giorno, mi sono presa un bello spaghetto.

L'unica cosa di proprietà che possiedo è la mia micchinina: una Toyota Aygo 1000 benzina. Ci sono affezionata come se fosse mia figlia.
Quando tre anni fa la vidi, me ne innamorai subito!

Lei stava li, con la carrozzeria lucida e i fanali languidi che mi sussurrava: "comprami, comprami!".
Non potevo resistere, come Ulisse non resistette al canto delle sirene.
Misi mano al portafoglio (in comode rate per 5 anni) e l'acquistai.

La mia macchinina mi ha portato da per tutto, per la bellezza di 50.000 km.
Sfreccia sulle strade e si parcheggia senza tanti problemi. E poi, non consuma molto. Insomma, la mia piccola mi da tante soddisfazioni!

Ho pianto quando, 5 mesi fa, l'ho vista coricata sul fianco con il lato destro martoriato e la fiancata sinistra sfregiata.
La gente accorsa mi diceva: "non ti preoccupare per la macchina, l'importante che stai bene tu!".
Io la guardavo, coricata sull'asfalto, circondata da estranei e sofferente. Piangevo e mugugnavo: "è l'unica cosa che possiedo!".

Per fortuna, con la bellezza di 4600 euro (non mi ci fate pensare) l'ho fatta riparare. Quando le sono salita sopra le ho detto: "E non mi venire a dire che non ti voglio bene!".
Bella come il sole,come nuova è tornata a farmi compagnia nelle mi scorribande casa/lavoro, lavoro/casa, casa/moroso, moroso/casa.

Insomma, io e la mia piccola Aygo, ci teniamo compagnia.

Dopo questa premessa, potrete capire il dolore che ho provato l'altro giorno, quando arrivata nel solito parcheggio dove la ripongo, non l'ho trovata!

Solitamente la parcheggio nel cortile aziendale che sta a 200m dall'afficio. Altre volte la parcheggio sotto l'ufficio. Altre volte in piazza.
Non trovandola nel parcheggio aziendale, sono corsa al parcheggio sotto l'ufficio. Non trovandola nemmeno lì, mi sono detta: "ma dove diavolo l'ho parcheggiata?"
Corro in piazza. Neppure lì c'era!!!

Allora il panico mi ha pervasa.
Dove poteva essere? Chi l'ha presa? La tratteranno bene? ne avranno cura?
Stavo per chiamare la polizia, i carabinieri, i vigili del fuoco, la protezione civile e i servizi segreti, quando ho avuto l'illuminazione.

Nel primo pomerggio ero andata in banca, parcheggiando la mia piccolina di fronte all'edificio. Quando sono uscita dalla banca, ho percorso i 500m che la separano dal mio ufficio, a piedi! Dimenticandomi, così, completamente di lei.
Si può essere più rimbambiti? Avevo lasciato la mia macchina sola soletta di fronte alla banca e lì l'ho trovata.

Sono una madre degenere: dimenticarsi della propria creatura!!!

Ma lei mi ha perdonata, dopo che le ho ferto un pò di benzina! Lei adora la benza....

lunedì 14 dicembre 2009

Le contraddizioni femminili














A volte, noi donne diciamo delle cose, ma in realtà pensiamo l'opposto.
Mi spiego meglio.

Davanti ad una torta al cioccolato farcita di panna e fragole diciamo: "no grazie, sono a dieta!". Poi, arrivate a casa, apriamo il barattolo di nutella da 500 gr e ce lo pappiamo tutto in una sera. Alla faccia della dieta!

Altre volte, capita che vediamo delle nostre simili vestite in maniera stravagante ed esclamiamo: "ma come si è vestita quella! pensa di essere al circo?". In realtà, invidiamo la faccia tosta della tizia che ha avuto il coraggio di vestirsi in maniera alternativa.

Quando vediamo delle ragazzine (s)vestite con minigonne ombelicali e scollature vertiginose, con tono acido diciamo: "poi si lamentano che le violentano!". In realtà pensiamo: "beate loro che se lo possono permettere".

Capita che conosciamo un uomo dopo anni o mesi di astinenza. Ci sta che siamo disperate ed un tantino affamate. Ci sta che questo ci piaccia da morire e, inevitabilmente, lui sta un pò sulle sue. Pensiamo: "cerco di fare l'indifferente, così attiro la sua attenzione". Cominciamo, allora, a fargli discorsi del tipo: "non mi voglio impegnare"; "non sono fatta per stare con qualcuno"; "il matrimonio? cosa significa questa parola?" ed altre frasi del genere. In realtà ci vediamo già sull'altare con lui.

Se questo aveva intenzioni serie, scappa.

Se questo non aveva intenzioni serie, dopo averci sedotte, ci abbandona. Perchè? perchè si dicono: "non mi metto mica con una che me la da la prima sera..."

Altre volte ci piace una persona e la maltrattiamo.

Altre volte illudiamo le persone solo perchè ci piace avere la loro attenzione.
In realtà ci sentiamo sole, abbiamo bisogno di attenzioni e quando le troviamo, illudiamo l'altro sesso.
E' inevitabile che il terreno cominci a scottare ed allora, molto semplicemente, leviamo le tende senza dire una parola!

Ci accorgiamo che il gioco ci sta sfuggendo dalle mani, scappiamo senza dare spiegazioni. Quell'altro si farà mille paranoie. Si chiederà: "Cosa è successo? Eppure, mi dava retta. Sembrava che ci stesse".
Non è successo nulla, è finito il gioco. Cerchiamo attenzioni da altre parti.

Insomma, le donne sono un cumulo di contraddizioni, ma anche un cumulo di incertezze e paranoie.
Dovremmo imparare a dire quello che in realtà pensiamo, perchè se la persona giusta arriva, ci accetterà per come siamo e non per quello che vogliamo fargli credere di essere. Perchè, qualsiasi cosa vogliamo fargli credere sarà pur sempre sbagliata. Allora, tanto vale mostrare subito chi siamo.

giovedì 10 dicembre 2009

Campagna di sensibilizzazione














Dall'altra parte del mondo, esattamente in Nuova Zelanda, ogni notte si svolge una strage.
Una strage di poveri, piccoli e teneri animaletti: i leprotti.

Quando scattano le cinque del pomeriggio, con i negozi che abbassano le serrande, con le mucche che terminano la mungitura, le pecore che si ritirano negli ovili e con la gente che si chiude in casa per la cena: i leprotti escono dalle loro tane.
Scorazzano allegri e scattanti per le lunghe distese di campi color verde brillante. Non pensano a nulla, solo a correre e a sgranocchiare carotine.

Ma, nonostante la ritirata delle cinque della sera, qualcuno si arrischia ad uscire.
Mille sono i motivi che possono indurre un essere umano a violare il coprifuoco, a tentare la sortita dopo il crepuscolo  e a mettersi al volante.
Per esempio, l'andare a recuperare qualcosa di importante, dimenticato a km di distanza.

Il cielo stellato della Nuova Zelanda è veramente luminoso, ma questa visione romantica non basta a distogliere l'attenzione da quei corpicini straziati sull'asfalto.
Mentre, a bordo della tua auto percorri la tua via con la musica a palla, non puoi fare a meno di disgustarti di fronte a tale scempio.
Poi li scorgi, vivi e pimpanti sul ciglio della strada, mentre cercano di attraversarla con le loro zampette e con il loro musetto simpatico.

Senza preavviso scattano davanti alla vettura dando inizio ad uno slalom volto all'evitarli, perchè sono teneri e piccoli. Perchè hai negli occhi i corpicini dilaniati da altri automobilistici e perchè anche tu non vuoi macchiarti del sangue dei leprotti.

Ma poi c'è lui, il leprotto Kamikaze che vuole per forza suicidarsi!

Tu cerchi di evitarlo, ma lui continua a starti tra le ruote. E' inutile, non si toglie!

Nonostante i tuoi buoni propositi, lui continua a stare in mezzo alla carreggiata. Tu cerchi di evitarlo. Rallenti, ma il leprotto si mette sul tuo cammino. E così che accade l'inevitabile: SNIACK!!!

Ogni notte, sulle strade della Nuova Zelanda si consuma una strage di innocenti leprotti.
Ogni giorno, su quelle stesse strade, si trovano nuovi corpicini straziati di quei poveri animaletti.
Anche tu, tuo malgrado, ti sei reso partecipe della strage!

Stai tranquillo: le lepri, cucinate alla cacciatora, sono veramente squisite.

mercoledì 9 dicembre 2009

Le vie del navigatore, sono infinite.















Ultimamente, mi sono trovata ad utilizzare il navigatore satellitare, soprattutto in luoghi come Torino.

Secondo me, questo strumento tecnologico, è uno strumento del demonio. Uno strumento che  ti spinge a fidarti di lui, ma in realtà, ti vuole portare verso la morte. Non per nulla, ha una destinazione già preimpostata: destinazione paradiso, paradiso città!

Dite che esagero? Allora perchè, quella vocina tanto sensuale, quanto fredda ti indica: "fra 200m, girare a destra!", puntualmente un "senso vietato" campeggia all'imbocco della strada che, se non lo noti, un bel frontale non te lo leva nessuno?!

Dopo innumerevoli sensi vietati evitati e uin giro del menga che non finisce più: comincio ad insultare il navigatore urlando alla vocina: "sta zitta brutta XXXX!", "non ti ascolto!", "PutXXXX!". Alla fine, estenuata, lo spengo!

Ed è così che utilizzo il metodo della nonna: accostarmi al primo passante, abbassare il finestrino e con sguardo supplichevole e voce mielosa chiedo: "scusi, mi saprebbe indicare la via più breve per tale destinazione?". Il passante, con molta gentilezza risponde: "arrivi alla prima rotonda, giri a destra, poi a sinistra, vada fino al semaforo. Al semaforo vada dritto, superi il supermercato, alla prima giri a destra, arrivi fino alla rotonda. Ci dovrebbe essere un ponte,  lo attraversi. La sua destinazione è 200 sulla sinistra!".

Avete segnato tutto? io, mentalmente, mi sono già persa alla prima traversa.
Insomma, dopo 20 m, mi accosto al secondo passante e gli richiedo le stesse informazioni.

Estenuata, riaccendo il navigatore: "tesoruccio bello, perdonami se prima ti ho insultato! ti prego, indicami la via".
La vocina comincia: "Continuare per 100 m su questa strada, al semaforo girare a destra!".
"Bene, mi ha perdonato", pensi tu.

Non hai finito di pensarlo che, quando al semaforo stai per girare a destra, ti accorgi che un bel divieto di accesso, campeggia all'ingresso della strada: "Bastarda! mi volevi fare di nuovo fuori, vero?!"

domenica 6 dicembre 2009

No sciroppo, no party













Di solito, quando ho la tosse, non prendo mai lo sciroppo, me la tengo.
Ma, dovendo  affrontare, a breve, un lungo viaggio in aereo, non ho voluto rischiare.

Al primo colpo di tosse in aereoporto, un gruppo di cecchini mi avrebbe potuto sparare dei proiettili sedanti tramottendomi sedutastante. Subito dopo, una manciata di uomini in giacca e cravatta con occhiali da sole, stile man in black, si sarebbe avvicinato, mi avrebbe messo un sacco sulla testa e poi portata via.

Una volta sveglia, invece di trovarmi nel luogo di vacanza tanto sognato, mi sarei trovata in uno sperduto sanatorio, nascoto nell'aera 51. A farmi compagnia, gente infetta dall'influenza Ah1n1 .
Non volendo rischiare tutto ciò, mi sono recata in farmacia.

La farmacista molto gentilmente e con molta competenza mi ha consigliato uno sciroppo, aggiungendo: "faccia attenzione, induce sonnolenza. Non lo prenda prima di fare lunghi viaggi in auto".
Pago e appena arrivata a casa ingollo mezzo litro di sciroppo.

Ragazzi, manco 10 mojtos mandati giù l'uno dietro l'altro mi avrebbero fatto lo stesso effetto. L'effetto ubriaca. Stavo benissimo. Nessun dolore, nessun mal di testa. Volevo solo ridere e volevo bene al mondo. Avrei abbracciato chiunque mi si presentasse davanti. Mi sembrava di essere dentro una nuvoletta, torpore totale. La testa era talmente leggera che temevo mi si staccasse dal collo e prendesse il volo come un palloncino.

Adesso, non vorrei passare per quella che fa pubblicità positiva alla sbornia, sto semplicemente dicendo che: no sciroppo, no party!

giovedì 3 dicembre 2009

Materialista















Sono stata accusata di essere materialista.
Solo perchè ho chiesto una parure di diamanti per natale.

martedì 1 dicembre 2009

La semina di preservativi












Avevo l'auto dal carrozziere. Per andarla a prendere ho fatto, i 500m che separano casa mia dal dottore delle macchine, a piedi.
Uscendo di casa, noto una scatola vuota di preservativi abbandonata sul marciapiedi.
Non guardate me, io non sono stata! certe cose, non si fanno sotto casa, al massimo dentro.

Continuando il mio cammino, canticchiando allegramente, noto dopo poco un altro pacchetto di preservativi abbandonato sul ciglio della strada, accanto ad una pattumiera.
Probabilmente, il tizio, preso dalla foga del momento non è riuscito a centrare il cassonetto, o molto probabilmente, non si  è preso la briga di aprirlo.
Perchè continuate a gurdarmi? certe cose, io non le faccio assolutamente!
 
Continuando il cammino ed arrivando nei pressi della carrozzeria, incontro il cacciatore.
Scusate, questa è un'altra storia, magari ve la racconto la prossima volta.

Dicevo, nei pressi della carrozzeria, eccolo! un altro pacchetto vuoto di preservativi al ridosso di un prato, abbandonato sull'asfalto.

Adesso i casi sono tre:
  1. statisticamente, tre pacchetti di preservativo abbandonato nel raggio di 500 m, in un paese di 900 anime, con una densità di 2 abitanti al kmquadrato, significa che o si tromba molto, o vengono a trombare in trasferta;
  2. i miei compaesani, sono dei gran maleducati;
  3. è un messaggio subliminale.Qualcuno vuole dirmi qualcosa, ma cosa?